
Palazzo Strozzi – interni. Credits: Giuseppe Moscato
Vero gioiello dell’età dell’oro fiorentina, è oggi apprezzata sede di mostre che coniugano l’interesse per le opere esposte a quello per una cornice davvero d’eccezione.
A Firenze tutti conoscono il gli Uffizi, Palazzo Pitti, Santa Croce, Santa Maria del Fiore, Santa Maria Novella e Palazzo Vecchio: ma sarebbe un grave errore dimenticarsi di quello che è a buon diritto considerato forse il più bello tra i palazzi rinascimentali civili d’Italia, Palazzo Strozzi, con la sua inconfondibile facciata in bugnato che si apre sull’omonima piazza.
La storia di Palazzo Strozzi è quella del suo volitivo – molti direbbero ossessionato – ideatore, Filippo Strozzi. La sua famiglia era un tempo tra le più nobili e potenti di Firenze, ma nella prima metà del quindicesimo secolo aveva pagato l’opposizione alla politica medicea che fu poi vincente; Filippo, che era diventato ricchissimo facendo il banchiere a Napoli, poté rientrare in città nel 1466 con l’intenzione di vendicarsi dei suoi nemici e dare nuovamente lustro al nome della famiglia Strozzi.
Per ottenere questo risultato, senza badare a spese investì nella costruzione di un palazzo che dovesse far impallidire tutti quelli dei suoi rivali. Dapprima fu necessario abbattere edifici su edifici nella zona da lui prescelta per avere un terreno sufficiente a erigere il formidabile palazzo: ne fecero spese famiglie come gli Ardinghelli, i Rucellai, i Popoleschi, i Tornaquinci, la cui omonima piazza venne sacrificata anche grazie all’intervento diretto di Lorenzo il Magnifico, che nel frattempo aveva riallacciato i rapporti tra gli Strozzi e i Medici.
La costruzione del palazzo vide avvicendarsi Giuliano da Sangallo, Benedetto da Maiano, Simone del Pollaiolo, e fu quasi un presagio quando si poterono dichiarare conclusi i lavori grazie al patrimonio di un altro Filippo Strozzi, detto il Giovane, anche lui ricco banchiere. Ma la vicenda di Palazzo Strozzi era destinata ancora a conflitti e travagli: lo stesso anno in cui fu terminato, il 1538, quasi cinquanta anni dopo l’inizio dei lavori, il palazzo venne infatti confiscato da Cosimo I de’ Medici, nuovamente in guerra con gli Strozzi.
La famiglia poté godere del suo palazzo solo trent’anni dopo (nel frattempo Filippo il Giovane, fatto prigioniero a Montemurlo, si era suicidato), anche se in realtà le opere edilizie non ebbero termine neanche nel secolo successivo per ampliamenti e nuove aggiunte. Oggi, dopo la morte dell’ultimo erede Strozzi senza discendenti, il Palazzo appartiene allo Stato Italiano e ospita l’importantissimo Gabinetto G. P. Vieusseux (quello dove fu bibliotecario il premio Nobel Eugenio Montale), l’Istituto di Studi sul Rinascimento, l’Istituto di Studi Umanistici e la Fondazione Palazzo Strozzi.
Palazzo Strozzi venne volutamente costruito con dimensioni superiori a quelle di Palazzo Medici, oggi Palazzo Medici Riccardi, dimora di Cosimo il Vecchio (i Medici si trasferirono poi nello sfarzoso Palazzo Pitti), anche se la struttura è molto simile. La forma, praticamente cubica e su tre piani che avvolgono un cortile centrale, è praticamente identica, così come la facciata in bugnato, che dà all’edificio il suo inconfondibile stile partendo dalla massiccia sezione inferiore fino a slanciarsi verso l’alto, con i piani superiori quasi lisci.
I dettami quattrocenteschi sono splendidamente rispettati con una simmetria formidabile: notevoli i portali d’ingresso di forma rettangolare, le finestre a bifora in due ordini lungo i due piani superiori con lo stemma degli Strozzi, il cornicione aggettante, sostenuto da grosse mensole, e dettagli di grande interesse architettonico come le torcere, i portabandiera e gli anelli per i cavalli, opera di Niccolò di Nofri detto il caparra.
Il grande cortile interno, vero cuore della struttura, ha una sua particolare leggerezza grazie al gioco dei delicati archi che poggiano su capitelli corinzi, mentre al secondo piano in corrispondenza del cortile vi è un elegante loggiato. Il palazzo è stato accuratamente restaurato e vagando nelle sale del piano nobile, aperte per le numerose mostre che hanno luogo all’interno, si possono ammirare le finestre a bifora e i caminetti monumentali.
Il piano nobile di Palazzo Strozzi ospita dal 1940 grandi esposizioni temporanee curate dalla Fondazione Palazzo Strozzi; tra queste vanno ricordate almeno quelle di grande successo dedicate alla collezione di Peggy Guggenheim, a Gustav Klimt, a Filippo Lippi, a Leon Battista Alberti e a Cezanne.
L’altro grande spazio espositivo è quello del Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, che ha sede appunto nella Strozzina, cioè gli ambienti sotto il cortile del palazzo; qui un tempo c’erano le antiche cantine originali degli Strozzi, impareggiabile gioiello del Rinascimento purtroppo gravemente danneggiato dopo l’alluvione del 1966.
Dal 2007 la Strozzina è stata riaperta con undici sale per complessivi 850 metri quadrati, e oggi ospita mostre di arte contemporanea in un connubio ideale con la sua cornice rinascimentale. Nel cortile, affacciato su via Tornabuoni (tra le più eleganti e lussuose della città), via Strozzi e piazza Strozzi hanno sede un bar caffetteria, un bookshop, una mostra permanente dedicata al Palazzo e alla storia della famiglia Strozzi e si tengono numerosi concerti di classica, jazz, contemporanea, oltre ad allestimenti temporanei di artisti internazionali.
Orari di visita, prezzi e indirizzo
- p.zza Strozzi 50123 Firenze
A 5 minuti a piedi puoi vedere anche:
- Santa Maria Novella: dal Gotico al Rinascimento
- Palazzo Davanzati: il Museo dell’antica casa fiorentina
- Museo Ferragamo: le calzature, l’arte, la moda.
- Palagio di Parte Guelfa: la biblioteca e il Calcio Storico…
- Santa Trinita: la sobrietà romanica e l’imponenza tardomanierista
- Chiesa di Orsanmichele: il granaio, le statue e l’invenzione del…
- Duomo di Firenze: la cupola del Brunelleschi e il campanile…
- Battistero: la storia, la Porta del Paradiso e i mosaici
- Palazzo dell’Arte della lana: gli affreschi, l’architettura e le Lecturae…
- Palazzo Corsini: sede della biennale dell’antiquariato a Firenze
- Museo fotografico Alinari: la collezione e le mostre temporanee